lunedì 26 novembre 2007

Mastella sei la vergogna di tutti noi

Dal Corriere della Sera
monito del guardasigilli contro la fiction di canale 5. giovedì prossimo l'ultima puntata

Mastella contro «Il capo dei capi»

Il ministro: «Andrebbe fermata. Si inneggia a Riina, mi spaventa»

L'attore Claudio Gioè, alias Totò Riina, in una foto di scena (Liverani)
GELA (Caltanissetta) - Dopo aver rinviato la fiction La vita rubata, il ministro della Giustizia Clemente Mastella prende di mira un altro prodotto della tv. Ad essere criticata dal Guardasigilli questa volta è la seguitissima miniserie per la tv Il capo dei capi, dedicata alla storia del boss mafioso Totò Riina. «Andrebbe sospesa» ha detto il Guardasigilli a Gela, Caltanissetta, dove ha incontrato i vertici della Magistratura. «Manca - ha aggiunto - quell'aspetto educativo che rimanda ai valori di una società sana». Per la conclusione della fiction (in onda su Canale 5 da cinque settimane) manca una puntata: l'ultima della miniserie è in programma giovedì prossimo. «Il capo dei capi è un farabutto. Non credo si possa battere la mafia se non crescono i valori nella società. Quando si inneggia a un camorrista, a un mafioso, questo mi spaventa» ha detto Mastella.

Vota: giusto bloccare la fiction?

«HO FATTO DA POSTINO» - Tornando a parlare dello stop alla fiction La vita rubata, sulla vita di Graziella Campagna uccisa dopo aver identificato un boss latitante. il ministro ha spiegato: «Io ho fatto da postino rispetto ad una richiesta che veniva dal presidente della Corte d’Appello di Messina. L’ho girato al direttore generale della Rai, al presidente della commissione di Vigilanza e il direttore generale ha preso le sue buone misure».

STRISCIONE PRO DE MAGISTRIS - Piccola manifestazione contro il Guardasigilli nel paesino nisseno. Uno striscione con la scritta «Imbavagliati come De Magistris» ha atteso il ministro della Giustizia Clemente Mastella all’uscita del Tribunale di Gela. Lo striscione era tenuto dagli «Amici di Beppe Grillo» di Caltanissetta che erano imbavagliati.

«IL MINISTRO PENSI ALL'INDULTO PIUTTOSTO» - «Il ministro Mastella dovrebbe occuparsi di fare funzionare i processi o degli effetti dell'indulto, piuttosto che pensare alle fiction». Così il sindaco di Corleone, Antonino Iannazzo, ha risposto al Guardasigilli che, giudicandola «diseducativa», ha sollecitato la sospensione della fiction sul boss Totò Riina. «A me non sembra che il programma sia diseducativo - ha aggiunto - anche se l'effetto emulativo è sempre possibile: al mondo ci sono anche quelli che inneggiano a Satana, ma sicuramente si tratta di una minoranza. Resta il fatto che uno Stato in cui c'è la libertà di stampa non dovrebbe censurare». Iannazzo, anche accogliendo le richieste di alcuni giovani corleonesi, ha organizzato per martedì una marcia «che testimoni - dice - come in tanti a Corleone non solo non si riconoscono in Riina, ma lo ritengono un personaggio assolutamente negativo». Alla manifestazione parteciperà anche l'attore Daniele Liotti, che, nella fiction, è l'unico personaggio inventato: Biagio Schirò, giovane corleonese che diventa poliziotto e sceglie lo Stato.



Dopo le esternazioni su Graziella Campagna, ne fa un'altra delle sue. Si inneggia a Riina, e si spaventa povero!

Ma siamo noi che siamo spaventati dal suo trasformismo! Dalla sua ripugnante figura.



sabato 24 novembre 2007

La Mafia (per Pastella) non esiste...





SOSPESA LA FICTION ANTIMAFIA


Graziella Campagna, perchè rischiare di ucciderla due volte?


fonte Articolo 21


Proprio per la tipologia di genere televisivo (Fiction) dedicata alla terribile storia di Graziella Campagna uccisa a 17 anni perche' testimone oculare di un delitto mafioso, prevista nel palinsesto di Raiuno per martedi' 27 novembre, non comprendiamo i motivi che hanno spinto il Ministro della Giustizia Clemente Mastella a chiederne la sospensione. La storia di Graziella Campagna è stata scritta sui giornali, approfondita e conosciuta dalla tv italiana ed è difficile che possa portare ad una turbativa per l'udienza di appello del 13 dicembre prossimo per i killer condannati già in primo grado per l'uccisione della giovane il 12 dicembre 1985.

Siamo convinti che il Ministro Mastella avrà modo di spiegare meglio ai telespettatori i motivi che lo hanno spinto a chiedere alla Rai la sospensione della programmazione. Per questo motivo sarebbe opportuno conoscere i contenuti della lettera inviata dal Ministro al direttore generale della Rai. Tra l'altro rammentiamo al ministro che la storia di Graziella Campagna, raccontata dal fratello, è stata oggetto di un lungo servizio realizzato da RT nella passata stagione.

'Cosi' la povera Graziella Campagna viene uccisa due volte': dice dispiaciuto e indignato Beppe Fiorello commentando la notizia della sospensione della Vita Rubata, tolta dalla programmazione di Raiuno del 27 novembre.
'Mi piace raccontare storie che nessuno conosce e che invece meritano di essere raccontate. Qui c'e' una ragazza morta barbaramente per aver incrociato sulla propria strada Cosa Nostra e c'e' un fratello, Pietro, che ha dedicato la vita a ridare dignita' alla propria famiglia', prosegue Fiorello.
'Questo film poteva essere un modo per aiutare i Campagna, invece, e parlo da cittadino non da attore, offriamo ulteriori garanzie a questi assassini che da oltre 20 anni la scampano.

Dispiace constatare che preferiamo atteggiamenti garantista a vantaggio di chi queste garanzia non la deve avere avendo calpestato una vita cosi' giovane. Siamo in un paese in cui la verita' e' calpestata, insabbiata, incerottata. Mi auguro, infine, che la situazione si sblocchi: il pubblico deve sapere questa storia'.
Graziella Campagna, interpretata dalla ventenne Larissa Volpentesta (nelle sale in questi giorni con I Vicere' di Faenza) fu barbaramente uccisa per essere stata involontaria testimone di un delitto di mafia. La ragazza, che lavorava in una tintoria di Saponara, piccolo centro della Sicilia in provincia di Messina, ritrovo' per caso in una camicia un documento compromettente che porto' Cosa Nostra alla decisione di eliminarla e di occultarne il cadavere. Era il 12 dicembre 1985. Principale accusato (e condannato all'ergastolo in primo grado) Gerlando Alberti junior, nipote dell'omonimo boss palermitano.

'Graziella aveva appena 17 anni e lavorava in una tintoria per portare soldi alla famiglia. Non aveva grilli per la testa - ha detto il fratello Pietro Campagna, intervenendo qualche giorno fa al convegno sulla legalita' nell'ambito del Saturno Film Festival ad Alatri -, non sognava di diventare un ingegnere o un avvocato, il suo unico sogno era guadagnare qualche lira per comprare il corredo. Venne trovata, 3 giorni dopo la sua morte, tra montagne orribili e desolate sfigurata da cinque colpi di lupara. Gli esecutori furono arrestati ma nonostante il processo vennero liberati. Il mio avvocato ha lavorato gratuitamente e alla sentenza ha pianto. In questi casi tutti dovrebbero seguire il suo esempio'.

Prodotto dalla Albatross di Alessandro Jacchia per Rai Fiction, La vita Rubata e' l'esordio alla regia dello sceneggiatore della Scorta e di Un eroe borghese: Graziano Diana.


Commento di Pastella: Mastella hai veramente rotto il cazzo!






venerdì 16 novembre 2007

Volo Rutelli- Mastella: no danni


Ne' dolo o colpa grave nella trasferta al Gp di Monza

(ANSA) - ROMA, 16 NOV - Nessun danno erariale, ne' dolo o colpa grave nella trasferta con volo di Stato di Rutelli e Mastella, in occasione del Gp di F1 di Monza. Lo ha stabilito la procura regionale della Corte dei Conti del Lazio che ha archiviato l'istruttoria aperta a seguito delle notizie pubblicate dal settimanale l' 'Espresso' e dell'esposto del Codacons. Palazzo Chigi e i ministri interessati spiegarono che Mastella sarebbe stato ospite di Rutelli, chiamato a premiare i vincitori.

giovedì 1 novembre 2007

Solidarietà a quei 4 sfigati....

Il ceppalonico diventa sempre più crittico. Chiedo lumi a tutti voi, gentili lettori, sull'ultimo post del mio clone. Io non ci ho capito niente!

La solidarietà al Campanile

E' stata una settimana durissima per tutti. Anche per i giornalisti de "Il Campanile", il giornale del partito. A loro voglio esprimere qui tutta la mia personale solidarietà come ho sempre fatto decine di volte in analoghe circostanze per giornalisti di altri quotidiani. E cosi, dal momento che gli attestati di solidarietà ai giornalisti del Campanile sono stati molto pochi , mi verrebbe di farlo anche a nome della Federazione nazionale della stampa, anche se non ho nessun titolo. Solitamente, rapida nello stare al fianco dei colleghi, questa volta la FNSI è mancata. Probabilmente troppo impegnata in questa sua vigilia congressuale per ricordarsi che non esistono quotidiani di serie A e di serie B e che tutti i giornalisti sono uguali.