monito del guardasigilli contro la fiction di canale 5. giovedì prossimo l'ultima puntata
Mastella contro «Il capo dei capi»
Il ministro: «Andrebbe fermata. Si inneggia a Riina, mi spaventa»
GELA (Caltanissetta) - Dopo aver rinviato la fiction La vita rubata, il ministro della Giustizia Clemente Mastella prende di mira un altro prodotto della tv. Ad essere criticata dal Guardasigilli questa volta è la seguitissima miniserie per la tv Il capo dei capi, dedicata alla storia del boss mafioso Totò Riina. «Andrebbe sospesa» ha detto il Guardasigilli a Gela, Caltanissetta, dove ha incontrato i vertici della Magistratura. «Manca - ha aggiunto - quell'aspetto educativo che rimanda ai valori di una società sana». Per la conclusione della fiction (in onda su Canale 5 da cinque settimane) manca una puntata: l'ultima della miniserie è in programma giovedì prossimo. «Il capo dei capi è un farabutto. Non credo si possa battere la mafia se non crescono i valori nella società. Quando si inneggia a un camorrista, a un mafioso, questo mi spaventa» ha detto Mastella. L'attore Claudio Gioè, alias Totò Riina, in una foto di scena (Liverani)
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«HO FATTO DA POSTINO» - Tornando a parlare dello stop alla fiction La vita rubata, sulla vita di Graziella Campagna uccisa dopo aver identificato un boss latitante. il ministro ha spiegato: «Io ho fatto da postino rispetto ad una richiesta che veniva dal presidente della Corte d’Appello di Messina. L’ho girato al direttore generale della Rai, al presidente della commissione di Vigilanza e il direttore generale ha preso le sue buone misure».
STRISCIONE PRO DE MAGISTRIS - Piccola manifestazione contro il Guardasigilli nel paesino nisseno. Uno striscione con la scritta «Imbavagliati come De Magistris» ha atteso il ministro della Giustizia Clemente Mastella all’uscita del Tribunale di Gela. Lo striscione era tenuto dagli «Amici di Beppe Grillo» di Caltanissetta che erano imbavagliati.
«IL MINISTRO PENSI ALL'INDULTO PIUTTOSTO» - «Il ministro Mastella dovrebbe occuparsi di fare funzionare i processi o degli effetti dell'indulto, piuttosto che pensare alle fiction». Così il sindaco di Corleone, Antonino Iannazzo, ha risposto al Guardasigilli che, giudicandola «diseducativa», ha sollecitato la sospensione della fiction sul boss Totò Riina. «A me non sembra che il programma sia diseducativo - ha aggiunto - anche se l'effetto emulativo è sempre possibile: al mondo ci sono anche quelli che inneggiano a Satana, ma sicuramente si tratta di una minoranza. Resta il fatto che uno Stato in cui c'è la libertà di stampa non dovrebbe censurare». Iannazzo, anche accogliendo le richieste di alcuni giovani corleonesi, ha organizzato per martedì una marcia «che testimoni - dice - come in tanti a Corleone non solo non si riconoscono in Riina, ma lo ritengono un personaggio assolutamente negativo». Alla manifestazione parteciperà anche l'attore Daniele Liotti, che, nella fiction, è l'unico personaggio inventato: Biagio Schirò, giovane corleonese che diventa poliziotto e sceglie lo Stato.
Dopo le esternazioni su Graziella Campagna, ne fa un'altra delle sue. Si inneggia a Riina, e si spaventa povero!
Ma siamo noi che siamo spaventati dal suo trasformismo! Dalla sua ripugnante figura.